Musei Universitari Unimore

Rete dell'arte contemporanea della Tuscia

STORIA

E' costituita da una collezione di opere in continua implementazione, ora collocate fisicamente nelle varie sedi dell'Ateneo della Tuscia, di proprietà dell’Università o ad esso affidate (in prestito o in deposito temporaneo) con l’obiettivo di renderle visibili e di valorizzarle, attivarne la tutela attraverso la conoscenza. Alla Rete potranno afferire anche tutte quelle strutture che renderanno disponibile il proprio patrimonio nell’ambito del SMA.

Attualmente il nucleo più consistente di opere è quello presente presso gli spazi di Santa Maria in Gradi.

La pietra vi guarda, del 1995, è un'opera di Gianfranco Baruchello realizzata e donata in occasione del I Festival di Arte e Poesia Incantesimi tenutosi a Bomarzo nello stesso anno. Si tratta di un grande masso in peperino grigio sul quale si staglia un occhio indagatore. Realizzata su progetto dell’artista da uno scalpellino locale, l’opera rappresenta un sovvertimento del normale ordine cosmico: una natura naturans che diviene giudice severo delle azioni dell’uomo, un monito a guardare il mondo in maniera meno superficiale. Alla ricerca del genius loci, le opere dell’artista livornese comunicano sinergicamente con il contesto ricercando un rapporto simbiotico e totalizzante con il fruitore.

Doppia 2 di Naoya Takahara è una scultura-installazione del 1995, anch'essa realizzata e donata in occasione del Festival Incantesimi di Bomarzo. Si tratta di due sedie di dimensioni differenti in legno grezzo su cui poggia una vecchia macchina da scrivere: il foglio al suo interno reca la scritta “Ho fatto una sedia, l’ho ingrandita fino a diventare il mio tavolo ideale, era alta quasi doppia”. Dichiarazione di intenti che invita lo spettatore a spaziare verso significati altri, oltre la pura visione oggettuale. Osservare un’opera significa per l’artista giapponese, che da anni vive e lavora a Roma, interpretarla ricercandone la comunicatività. Per Takahara “l’arte comincia laddove si comincia a guardare il mondo”.

Le due opere del grande artista siciliano Pietro Consagra, Ferro bifrontale arancione e Ferro bifrontale bianco del 1977, sono di proprietà della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e si trovano in deposito dal 2005 presso il Rettorato di Santa Maria in Gradi. Si tratta di “ferri bifrontali” colorati pensati per una collocazione sui marciapiedi cittadini nella zona pedonale di Charleston in South Carolina, durante il Festival Spoleto-Usa del 1978. Si presentano come bidimensionali muri traforati che si lasciano penetrare dallo spazio circostante e sollecitano un rapporto diretto e creativo con l'osservatore.    

Genesi è un’opera di Felice Ludovisi del 2003 composta da nove tele. Insieme ad Apocalisse e Paradiso rientra nei suoi grandi cicli pittorici a tematica sacra. L’artista viterbese ricerca qui un’attualizzazione del tema biblico attraverso una tavolozza costituita da colori forti e squillanti stesi con campiture piatte interrotte da linee dinamiche.

Area di volo di Donatella Scalesse è un'opera del 2003 costituita da grandi tele dipinte con una stesura dinamica e vivace, collocate in alto su una parete come a dominare lo spazio.

Un altro nucleo di opere, realizzate e donate dagli artisti invitati alla manifestazione Terra come Arte e alla mostra Horti d'artista del 2009, è dislocato presso gli spazi verdi dell’Orto Botanico e dell'Azienda Agraria.

Ma di Renzogallo è un'installazione site-specific composta da diversi elementi simili a spade taglienti o a purpurei kimono che rappresentano una sfida percettiva nello scenario naturale in cui sono collocati. Tutto rimanda all’etereo e filosofico concetto del Ma giapponese, titolo stesso dell’opera, da intendersi come momento di sospensione, di pausa tra il pieno e il vuoto, di silenzio impercettibile tra un suono e l’altro, atto a favorire la riflessione e il riposo mentale.

Orto-I di Francesco Narduzzi è un’iscrizione incisa su pietra al bordo di uno specchio d’acqua dell’Orto Botanico. Attraverso una scrittura fatta di simboli-alfabeto, l’artista ci aiuta a decodificare la sua realtà interiore, sempre intimamente connessa con la Madre Terra.

Chirone di Patrick Alò è un grande centauro in ferro creato con un’operazione artistica che vede il recupero di materiale industriale dismesso in contrasto con il soggetto della scultura che rimanda invece all'antichità classica.

Formica 2070 di Stefano Di Maulo è una grande formica incisa su pietra. La formica, leitmotiv della sua produzione artistica, diviene il veicolo attraverso il quale comunicare l’inquietudine di un mondo frenetico ed egoista, in cui l’uomo forse nel 2070 si troverà in una posizione di subordinazione rispetto alle silenziose ma coese e laboriose formiche.

Ancora un'installazione site-specific di Di Maulo del 2010 si trova nella Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali, dove diciotto grandi formiche nere s'inerpicano sulla facciata esterna dell'edificio come ironico auspicio ad una vita operosa e solidale.

Nella stesso edificio, ma all’interno, Laura Palmieri ha dipinto Sulle scale (2011), un allegro e surreale “bestiario” che si srotola sulle pareti della tromba delle scale, dall’ultimo piano giù giù fino a quello seminterrato.

Due opere dell’artista marchigiano Attilio Pierelli, L’onda (1966) e Donna (1968) provenienti dal suo Museo di sculture iperspazialia Bomarzo, sono state date in deposito nel 2012 e collocate una  presso l’Orto Botanico e l’altra presso gli spazi verdi adiacenti all’edificio dell’ex Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali. Nate per stare all’aperto, le due sculture in acciaio inox finemente lucidato sono fogli di lamine specchianti variamente piegate a formare superfici ondulate da cui si genera un campo di riflessi deformanti in continua mutazione, a seconda dei punti di vista e delle condizioni ambientali, che coinvolgono lo spettatore restituendolo ad uno spazio dell’immagine, irreale, estetico.

Infine, all'interno della Facoltà di Agraria l'opera Erba 2 del 2004 di Giovan Battista Ambrosini parla un linguaggio astrattizzante che evoca forme vitali appartenenti al mondo della natura.